lunedì 28 maggio 2012

Horror perchè ne scrivo



Avendo riattivato il mio blog dell'orrore vorrei spiegare perchè.

Perchè amo l’horror da sempre. Penso sia par le ragioni più volte indicate da Stephen King: è quanto di più vicino ci sia all sogno e alle fiabe terribili che ci raccontavano. lo stesso fascino la stessa finzione. Parete a parete con la potenza dell’inconscio di sono i sogni e nei sogni i mostri. Conoscerli e poterne vivere la, o le interpretazioni come manifestazioni del profondo, cercare metafore non banali e indirettamente utili non avviene solo sul lettino dell’analista. In fondo i flim horror hanno questa funzione più o meno percepita e una testimonianza è data dal successo presso le giovanissime generazioni. La discussione sul portato imitativo della violenza è ormai stucchevolmente inconsitente. Si imita più facilmente il comportamento di un amico, o di un familiare, o di un latitante che quello di un mito della industria di Hollywood. Semmai la paura, l’inconscio, i nostri mostri volevano e vogliono ancora liberarsi da troppi vincoli perbenistici. Non volevano più starci ad essere gli antagonisti cupi della società dei consumi questa si perbenista, ma entrarvi prepotentemente. Chiedevano libertà d’espressione anche per il male dei tempi degli eroi della Marvel. Con tutta la loro ambivalenza da Hulk all’Uomo Ragno. Pupazzetti benefici e malefici sugli stessi scaffali. Non c’è bene senza male , e viceversa e senza che si contaminino. Non cisono femmine nè femminismo senza maschi, nè sesso senza un pò di brutalità. La fantasia sarebbe stata , come è ,più libera. E attraverso il gaming  lo scontro male bene è più interattivo, grazie alla rete più collettivo e comunitario. Avete mai girato per gli spazi comuni di una videoconsole, ne trovate di horror heroes !   Persino il rito di Halloween pesca in questa ambivalenza.  I canoni sono molti , non moltissimi, ma antichi da Edgar Allan Poe al gotico ed ai Weird Tales, con sfumature soprannaturali o semplicemente degenerazioni iperrealistiche , perversioni inconfessabili, riti del sangue, mostruose parafilie. L’orrore è dilagato ovunque spesso ironizzando su se stesso, altrimenti dimenticando ogni limite anche nel ridicolo. Riconfigurandosi nel sentimentalismo dei vampiri emo-chic, nascondendosi nelle pieghe delle ondate pandemiche dei non morti. Horror ecologici o eco catastrofici, brutali e macchinistici serial Killer. Analizzati e rianalizzati in un labrinto di violenze infantili. Sollevatori di inferni paraleli come nella saga di HellRaiser, cavalieri nobili e magici dei regni fantasy dal Signore degli Anelli, saghe stellari da Alien in poi.   Sconfinatori di realtà paralleli, fecondi intermediari di spiriti inquieti o sanguinari. Simpatiche famiglie incestuose, regredite isolate dalle reti, dedite ai puzzle di corpi torturati. Persino Horror Politici da Romero a King con Soldati che ritornano per marciare sulla Casa Bianca, o Jinn del deserto che si vendicano degli infedeli invasori. Come per prima fece la mummia con chi voleva impadronirsi del suo potere.  Chi di noi non ha sognato una strega che lo trascinava con se coem in Drag me to Hell? O un Freddy Kruger di fronte al quale sentirsi paralizzato. Persino l’uomo nero s’è affacciato più volte dagli schermi. Tutto sommato non è un male, vivere come in un simpatico trenino dell’orrore  dove si muore realisticamente , ma per finta. Dove con i sogni tutti tornano vivi belle e bestie che ci hanno addentato, succhiato, conquistato, ci lasciano intatti per il prossimo parossistico assalto. Può essere, se non una cura, almeno un palliativo del dolore quotidiano e farci ritrovare , per una via inedita il gusto del rischio ma solo per gioco e di vincere senza dover troppo crescere.

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